Hai presente quei leader tutti d’un pezzo, irresistibilmente portati al comando e a considerare i collaboratori nient’altro che un esercito di semplici esecutori? Bene, preparati a ritrovarli nelle foto d’epoca appese alle pareti degli uffici direzionali anziché dietro le scrivanie dei top manager. Per quel tipo di leadership, infatti, il tempo è scaduto.
Non è più il momento di uomini soli al comando, e chi ha questa propensione farebbe bene a mettersi in discussione ed a predisporsi al cambiamento, prima di passare davvero dalla poltrona del capo alla cornice commemorativa. A cambiare rapidamente è la natura stessa delle organizzazioni. La pandemia ha contribuito a una vera e propria rivoluzione nel modo di lavorare: oltre le vecchie regole, all’insegna della flessibilità.
Viene meno il sistema di controllo tradizionale e si fanno largo relazioni più aperte, improntate ad una maggiore autonomia per conseguire obiettivi condivisi. Dalla verticalità delle gerarchie si passa all’orizzontalità dell’innovazione diffusa. Il “verbo” del vecchio leader viene soppiantato dall’interazione tra competenze interne ed esterne all’organizzazione.
A un occhio distratto, questo scenario sembrerebbe mettere in discussione la figura stessa del leader. In realtà i leader servono oggi più di ieri. Si tratta però di una forma di leadership evoluta, che si confronta con le complessità per contribuire a un nuovo paradigma. Una forma di leadership che contempla concetti fino a ieri inimmaginabili come l’“umiltà”: si parla sempre più di “humble leadership”, e l’empatia è ormai considerata una dote indispensabile.
La capacità di ascolto diventa, così, la competenza chiave: il nuovo leader, smessi i poco convincenti panni da supereroe, sa anzitutto ascoltare. Sostituisce la prima persona singolare con quella plurale. Sa di dover acquisire una nuova dimensione interiore ed esteriore, nuove abilità e anche una buona dose di coraggio.
“Tempi duri per i leader”, verrebbe da esclamare. E invece no, i tempi duri erano tempi “da duri”, tempi di idee granitiche e personalità marmoree. Questi sono tempi morbidi, cangianti, duttili. Tempi che invitano all’apertura, alla contaminazione e alla creatività.
C’è un cambiamento da affrontare. Ma è una trasformazione evolutiva, che ci proietta in uno scenario pieno di opportunità.